La marcia delle biciclette repressa dal governo

14 Febbraio 2011

Malawi Police in the capital, Lilongwe on Monday morning detained organizers of the much touted demonstrations against the chronic fuel crisis and stopped hundreds from demonstrating.Police detained leaders of Human Rights Consultative Committee (HRCC) -Mavuto Bamusi, and Undule Mwakasungura – who were leading the as ‘The Big Bicycle March on the fuel crisis’.

E’  difficile che una manifestazione, anche pacifica, possa essere condotta in Malawi, come in tanti altri paesi poveri governati con il pugno di ferro…

Almeno per ora rimane il silenzio. Arrestati gli organizzatori della marcia, le biciclette ritornano ai villaggi e le vuvuzela vengono silenziate. Il motivo rimane lo stesso di sempre. Mancanza di “proper procedure”, il permesso di manifestare che riconosciuto dall’amministrazione della città non viene approvato dalla polizia di stato, la stessa a cui è stato detto di Shoot to Kill.

Questa rimane comunque una tappa importante.

Aver organizzato una manifestazione sia pure non riuscita è già un buon inizio che aiuterà la presa di coscienza della situazione attuale del paese che viene ricondotto alla dittatura dall’attuale amministrazione politica forte di una vittoria elettorale che le aveva consegnato la maggioranza assoluta in parlamento. Si impara anche così il valore del voto e della partecipazione politica che rimane il compito primario di ogni cittadino. —————————————————–

DEBATE CLUB – una risposta per oggi

Come promuovere la crescita della democrazia? Come aiutare la presa di coscienza che il bene comune del paese è compito di tutti i suoi cittadini? Le domande che accompagnano la crescita della società civile di ogni continente.

La Montfort Media in Malawi ha negli anni cercato una risposta nel coinvolgere la gente, i capi villaggio e i giovani che degli anni della dittatura imparano a scuola cosa è stato.

Stampare libri e pubblicare riviste è un passo importante. Cercare onestamente di raccontare i giorni e le stagioni rimane comunque solo un primo passo. In un paese ad alto livello di analfabetismo, pensare di essere la coscienza della nazione, rimane un’utopia. La radio, la televisione hanno a questo un’alta incidenza perchè raggiungono tutto il paese: o almeno chi ha la possibilità di collegarsi alla linea elettrica – e sono il 7% della popolazione.

E’ così nata un’esperienza che si vorrebbe esportare ai villaggi del Malawi.

La Montfort Media è il risultato dell’esperienza che il Malawi ha vissuto quando ha visto la fine della dittatura di Hastings Kamuzu Banda che aveva dominato per 30 anni il paese. Sia pure nella difficoltà di dialogo, l’aver stampato la lettera pastorale dei Vescovi del Malawi nel 1992, aveva permesso di scoprire la forza della partecipazione popolare contro la quale non c’è stato che possa fermarla. Importante è l’informazione, la conoscenza e la condivisione.

In questi anni la Montfort Media è cresciuta e le sue pubblicazioni raggiungono quasi tutti gli angoli del Malawi.

Il giornale Mkwaso, la rivista culturale-politica The Lamp, la rivista per i giovani Together, la newsletter per la riforma carceraria New Hope e la pubblicazione di tanti libri e posters si fanno spazio nel dialogo sociale.

Ma quale modello seguire o quale proposta fare? Cosa raccontare e come promuovere il dialogo?

Queste domande sono all’origine di un’esperienza che porta il nome di BALAKA DEBATING CLUB.

Erano gli anni della fame, la carestia imminente minacciava il Malawi e la sua gente.

La richiesta a livello internazionale di emergenza aveva dato dei risultati soddisfacenti.

Gli Stati Uniti d’America si erano detti pronti a inviare una flottiglia di navi che avrebbero portato il grano necessario per sconfiggere la fame. Sembrava la risposta che avrebbe salvato il paese.

Si doveva presto scoprire che il grano inviato era il mais giallo che cresce nelle pianure immense dell’america facendo uso del trattamento genetico che lo rende capace di sopravvivere anche alla siccità.

La domanda che ne era nata si aspettava una risposta immediata: Poteva il Malawi importare grano geneticamente modificato con il rischio di stravolgere l’agricoltura del paese fino allora non esposta a questi nuovi prodotti.

La richiesta che il grano venisse macinato e si importasse solo la farina era stata negata: l’America avrebbe dato il grano o niente.

Si trattava di scegliere tra la fame e il rischio di prodotti a rischio. E la fame non era una probabilità erano le lunghe code di persone senza nulla da mangiare e la decimazione reale dei bambini e degli anziani in particolare…

Da questa situazione era nata l’urgenza di confrontarsi. Così è nato il Debating Club, Un gruppo di dialogo e ricerca, gente che si domanda cosa sta succedendo e come prepararsi a scegliere in modo informato. Dopo tante discussioni si era giunti all’accettazione del grano con la condizione che venisse immediatamente macinato e non usato per la semina.

Questo inizio lontano è presente oggi nel gesto di piantare un alberello. è una donna capo villaggio, chief Mpulula, che lo compie a significare un nuovo inizio.

Dopo anni di tante discussioni fatte e che hanno convinto la gente che partecipare e dialogare è il vero antidoto all’oppressione e alla miseria, viene aperta la sede di quello che vuole continuare ad essere uno strumento di formazione importante.

Il nastro viene tagliato dal rappresentante del Comune della cittadina di Balaka che ha offerto il terreno su cui aprire il centro Balaka Debate Club.

La costruzione è tutta nella struttura di un container a cui sono state messe porte e finestre.

Vuole essere anche fisicamente una struttura che dica che è come una tenda che può essere spostata e ripiantata dove la gente si incontra. L’ufficio intende dare consistenza e spazio, visibilità e coordinamento.

Dove mettere un tale ufficio che si faccia voce del vissuto quotidiano?

La scelta è stata al Balaka Depot, al capolinea dei pullman e dei mini-bus che attraversano il paese.

Proprio qui per essere visti e per vedere.

Questo permetterà di leggere il vissuto quotidiano e cercare risposte.

Il Debate Club è un pò l’università della strada, la scuola politica che non rilascia certificati ma è capace di far crescere una nazione.

Un cammino lungo, ma che garantisce un futuro che badi veramente al bene comune.

Una sfida quotidiana che la Montfort Media vuole fare per dare voce a chi non sa ancora cosa dire. è anche da questo container che si costruisce la democrazia.§
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Un ricordo

Alla famiglia del tamtam lasciamo anche il ricordo e la preghiera per la cara mamma di Fratel Costantino, da sempre missionario in Malawi, che ci ha lasciato per incontrare il marito e papà in cielo. La preghiera nella chiesa del paese di origine, Stezzano di Bergamo, è stata una festa di ringraziamento per i figli e per tutta la famiglia Monfortana qui radunata il 7 Febbraio 2011.

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