Buon Natale 2016 dal Malawi

TAMTAM di DICEMBRE 2016

L’ultimo mese dell’anno che e’ stato l’anno del Giubileo della Misericordia, in Malawi e’ caratterizzato dal richiamo al vissuto quotidiano fatto di tanta sofferenza e speranza. Fiducia  che l’imminente stagione delle piogge dia forza alle attese dei contadini che sperano di sconfiggere la fame con il lavoro delle loro mani, sofferenze legate all’impoverimento del paese e in generale una mancanza di direzione per il  paese che fatica a trovare un sentiero da percorrere.
Situazioni comuni a tanti paesi che sembrano sperimentare improvvisi cambiamenti di rotta che hanno un solo metro di valutazione: l’economia, la finanza… a dire se la scelta fatta e’ giusta o meno.
Anche il TamTam ripercorre qualche momento delle giornate di fame del Malawi… 
 
1. La Maximum Security Prison di Zomba
La Prigione di Zomba una trappola Mortale, titola il Sunday Times di oggi 4 Dicembre 2016. 
Da anni questo carcere che e’ parte della storia del Malawi, costruito nel 1937 in quello che era una specie di campo profughi doveva poter raggiungere il massimo di 800 carcerati. Oggi con 2400 presenze e’ il carcere della morte. 
Questo carcere e’ anche il riassunto di tutte le circa 30 prigioni, piccole e grandi del paese dove sono presenti circa 15,000 carcerati.
Dal 2009 l’Alta Corte del Malawi ha impegnato il governo per cambiare la situazione delle carceri. Nuovamente nel 2014 l’Ispettorato delle Prigioni ha fatto un rapporto al parlamento dove si parla di “terribili situazioni sanitarie, cibo immangiabile, sovraffollamento, abuso dei carcerati, mancanza di ventilazione nelle celle, persone tenute in carcere oltre le 48 ore dall’arresto senza accusa provata, corruzione del personale carcerario e insufficienza di programmi di riabilitazione e apprendistato…”
 
Il carcere di Zomba e le sue storie sono state raccontate dal Tam Tam che si accosta anche oggi a una situazione di sofferenza in punta di piedi. In un paese povero i carcerati sono gli ultimi in tutti i sensi e anche i migliori propositi finiscono per arenarsi. L’esperienza della Casa a Metà Strada – spesso raccontata come l’esperienza capace di trasformare le prigioni in veri centri di riforma di chi si trova oltre le sbarre e di chi vive fuori, la società civile, – vive questa situazione  di trovarsi a dialogare con il Malawi Prison Service che non mantiene le promesse fatte e resta in attesa che qualche forma di miracolo possa avvenire. E’ in questa situazione che ci si chiede spesso cosa fare? Ecco un esempio:
 
La prigione di Patrizia di San Marino for the Children e di quanti sostengono iniziative all’interno della prigione di Zomba. Mese dopo mese quanto viene raccolto dagli amici di Patrizia Lavaselli e dal Gruppo di San Marino che sostiene la scuola materna della prigione di Zomba, viene portato al reparto femminile che dentro al carcere e’ diventato una scuola di cucito capace di auto-sostentamento e di avviamento professionale con tanto di esami riconosciuti dal ministero del lavoro. La sezione femminile e’ un angolo di serenità e l’inizio di un cammino di recupero delle donne e mamme oltre le sbarre.
Guardie carcerarie e detenute vivono un modo nuovo gli anni della prigione.
In questi giorni che preparano la festa del Natale il programma di sostegno alle donne della prigione  e’ tornato a incontrarle.
La prigione-trappola di morte puo’ diventare una grande esperienza di vita. Ecco in poche immagini una proposta per come cambiare da dentro alla prigione, da dentro alla disperazione… per fare spazio alla vita.  (2 Dicembre 2016 – visita alla sezione femminile del Carcere di Zomba)
 
Con il loro lavoro le donne della prigione hanno riacquistato dignità e fiducia in loro stesse.
 
La scuola materna della prigione a salvare i bambini che fino a cinque anni di età stanno con le mamme in prigione. Dopo vengono mandati a casa … da piccoli carcerati diventano orfani…
 
Ed ecco la proposta di Patrizia per questo Natale e per come tenere viva un’esperienza importante dentro la prigione di Zomba
Un’altra piccola storia della missione, capace di cambiare da dentro situazioni di grande sofferenza e ingiustizia
Da piccoli a piccoli, una strada che i grandi nemmeno riescono a vedere
 
Buon giorno a tutti. 
Sono arrivate le cartoline che riproducono alcune pitture fatte dalle donne di Zomba prison. Se le volete da utilizzare come  biglietto natalizio, le potete trovare a Treviglio al seguente indirizzo:

http://www.paginegialle.it/treviglio-bg/estetiste/beauty-center-orchidea-gatto-franca

Non abbiamo fissato un prezzo perchè preferiamo lasciare ad offerta libera e come ben sapete va inviato il tutto direttamente a Padre Gamba in Malawi.
Per chi preferisse contattarmi direttamente può scrivere a questo indirizzo.  happy.island.malawi@gmail.com
Le potete vedere in allegato.
Un grande grazie da Patrizia e la tribù di Zomba prison
  
2. La Marcia per la Vita e la Famiglia – Citizen March 
Martedì 6 Dicembre i Vescovi del Malawi hanno chiesto alla comunità cristiana di manifestare pubblicamente il proprio dissenso alla proposta di legge che estenda la possibilità dell’Aborto che attualmente è proibito in Malawi anche se viene praticato sia da organizzazioni non governative che a livello di villaggio. E’ proprio dai villaggi che viene un grande numero di ragazze che dopo aver abortito fanno ricorso agli ospedali per tutti i traumi legati a operazioni che portano anche alla morte della stessa mamma. Non solo le condizioni igieniche, ma il modo stesso di procurare l’aborto è un vero incubo.
Anche la piccola cittadina di Balaka ha vissuto questo importante momento con la partecipazione di tanti studenti delle scuole secondarie.
A guidare la manifestazione era il Vescovo Alessandro Pagani con il parroco – suore – laici 
 
La Chiesa Cattolica assieme alla Chiesa Evangelica e il Synodo di Nkhoma della Chiesa Presbiteriana hanno organizzato quasi  in sordina una marcia di protesta contro una proposta di legge che vuole la liberalizzazione dell’aborto. Una campagna che andava avanti da mesi con rituali già sperimentati in tanti paesi al mondo: l’aborto è libertà, l’aborto salva la vita della mamma, i costi dell’aborto clandestino sono immensi per la struttura sanitaria locale che deve curare tutti i postumi di pratiche abortive non sicure… 
I vescovi del Malawi hanno voluto affermare  l’insegnamento sociale della chiesa a proposito della vita. E lo hanno fatto con una manifestazione pubblica che portasse il governo, le chiese, la comunità musulmana e le organizzazioni non governative allo scoperto. Nello scorrere di questo anno di fame terribile, di ospedali senza medicine e di altissima corruzione di stato… il tutto viene usato come una cortina fumogena a coprire altri interessi privati ed era un obbligo esprimere le scelte importanti per il paese.
Ed e’ stata  una vera manifestazione di piazza, composta e pacifica, una marcia che ha coinvolto tantissima gente, molto piu’ di quanto avrebbero aspettato di mobilitare. E a partecipare e’ stata la gente, la gente africana povera in termini economici ma ricca anzi ricchissima di vita.
 
La Marcia ha voluto dire il si’ alla vita e anche alla famiglia come prima sorgente di vita. E per famiglia ha inteso dire che non c’è spazio nella cultura africana per una famiglia omosessuale. Discorsi che si complicano e che non possono chiudere gli spazi alle minoranze … 
Discorsi che rimangono tutti da fare e che richiedono dei trapassi di generazioni.
 
Il segretario della Conferenza Episcopale del Malawi p. Henry Saindi consegna il messaggio a una parlamentare di Dedza Est, Juliana Lunguzi che dice:
“Sono cattolica, sono donna e di professione una nurse midwife e sono al parlamento. La mia vita e professione mi hanno convinto che l’aborto e le unioni omosessuali non sono parte della nostra cultura e fede. Dovete pregare per noi perché ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo quando siamo in parlamento”.
 
Nelle città la presenza della polizia si e’ fatta notare di piu’, anche se tutte le manifestazioni sono state pacifiche e ordinate.
 
Una data da ricordare: 6 Dicembre 2016
Nel lontano 1992, dopo trent’anni di dittatura, i vescovi del Malawi avevano avuto il coraggio di sfidare il presidente a vita Hastings Kamuzu Banda. Con una semplice lettera pastorale: Living our Faith, avevano cambiato la struttura stessa della politica  del Malawi riportando la democrazia nel paese. Un’impresa degna della migliore partecipazione al vissuto sociale di un paese quando la comunita’ cristiana aveva preso  sul serio e aveva messo in pratica quanto il Concilio Vaticano II, il Sinodo per l’Africa , la formazione delle Small Christian Communities e la visita in Malawi di Papa Giovanni Paolo II nel 1989, avevano, tutti assieme questi elementi, insegnato per anni. Anche negli anni della dittatura e del silenzio 
 
Come nel 1992 con la lettera pastorale, cosi’ oggi nel 2016 con una marcia dentro alle citta’ del Malawi.
Quella del 6 Dicembre e’ stata la prima ‘manifestazione di piazza’ che la chiesa cattolica ha promosso in prima persona. Senza pubblicita’ con un passaparola minimo di chiesa in chiesa sono nate le “The Citizen March for Life and Family” manifestazioni che hanno interessato all’inizio quasi solo le 4 citta’ piu’ grandi del Malawi, ma poi quasi autonomamente si sono materializzate nei 28 distretti. La partecipazione e’ stata ovunque festosa e corale.
A Lilongwe la capitale del paese, sono stati presente in modo significativo tutti i partiti dell’ opposizione, leaders della Quadria Musulmana, la chiesa Anglicana. Lo stesso a Blantyre, Zomba  e a Mzuzu dove nemmeno forti temporali hanno fermato la manifestazione.
La marcia intendeva consegnare un messaggio comune a tutte le autorita’ dello stato e gruppi importanti della conduzione del paese. 
 
Un risultato importante: deve aver impressionato il paese questa serie di Citizen March se prima che il sole tramontasse ha visto il governo negare che esistesse un progetto di legge a favore dell’aborto. Un’inversione di marcia non indifferente!
 
In margine a questa manifestazione si puo’ leggere da parte della Chiesa il desiderio di essere sempre piu’ presente e trasparente, leale partner del governo ma anche pungolo al cambiamento specialmente in tempi di grosso sbando politico quando l’unico interesse promosso dal governo e’ l’arricchimento personale del partito di governo. Troppo spesso la chiesa si sente usata dal governo che invita spesso i leaders religiosi a funzioni di stato dove pero’ manca il dialogo e la possibilita’ di critica costruttiva che porti a veri cambiamenti. Alcune prese di posizione del presidente, l’accusa alla stampa di essere nemica del paese sta’ riportando il paese alla paura e bisognava dare un segnale positivo di presenza.
La differenza con la Lettera Pastorale del 1992 e’ venuta dai mezzi di comunicazione sociale. Allora c’era un solo giornale e una solo radio di partito della dittatura, oggi la storia della Citizen March viene ripetuta in continuazione dalle televisioni private, e la Luntha TV in particolare. Anche in questi mesi quando la corrente elettrica manca 20 ore al giorno e tutti i giorni, e’ possibile dare forza ai mezzi di comunicazione sociale anche solo con un micro pannello solare o una batteria di camion. Ed e’c cosi’ che anche la manifestazione durata un giorno, diventa storia.
 
Si puo’ anche leggere in questa manifestazione la volonta’ di autonomia delle chiese ora che il governo e’ tutto preoccupato nel preparare le elezioni politiche che saranno nel 2019. Cosi’ come e’ stato manifesto il desiderio della chiesa di essere la voce della gente anche contro organizzazioni internazionali presenti nel paese con una propria agenda che spesso intende imporre piu’ che proporre le scelte  da fare.
Una manifestazione che fa scuola in Malawi. Una giornata che racconteremo ancora
 
3. L’ADOZIONE A DISTANZA – 2500 sacchi di grano per gli orfani
In questa situazione di poverta’ e fame l’Ufficio delle Adozioni ha fatto l’impossibile per rispondere all’emergenza della fame e ha acquistato un sacco di grano per tutti gli orfani.  Sono state 125 tonnellate di grano che siamo riusciti ad acquistare anche da mercati lontani con un’aggiunta di 7 MK al chilogrammo per il trasporto.
Mentre non riusciremo a inviarvi la fotografia del vostro adottato che riceve il sacco di grano, vi mandiamo alcune immagine dei vari centri di distribuzione a testimonianza che il vostro aiuto e sostegno riesca giungere a tutti in particolare in questo Natale che segue da vicino il Giubileo della Misericordia.
 
E’ una festa grandissima. 
Perche’ il grano e’ il miglior antidoto alla fame che ormai perseguita tutti i villaggi e tutte le famiglie.
La paura di tutti e’ che la fame si porti via anche i chicchi che dovevano essere conservati per la semina.
 
E’ una festa che riporta un po’ di serenita’ alle famiglie cosi’ provate sia dalla mancanza di cibo disponibile che di prezzi irraggiungibili.
Tutto e’ iniziato all’alba del 21 Novembre quando  tutti i responsabili degli uffici dell’Adozione  assieme a Chiara si sono ritrovati all’ufficio di Phalula per la distribuzione del grande regalo di Natale.
 
Un caro Augurio di un sereno Natale dal Malawi,

Betta, volontaria in Malawi


 
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