TAMTAM DI MAGGIO 2021 – Stop alla pena di morte

Comincia un nuovo mese e in Malawi ci sono alcuni segnali positivi per l’andamento del paese. 

I numeri del Covid-19 sono in ribasso anche se resta la paura della diffusione del virus che ora viene dall’India, dopo quello del Sud Africa. La comunità di Malawaiani di origine indiana è molto alta nel paese. Il Malawi ha chiuso i voli con l’India, ma alcuni casi sono già presenti soprattutto nelle piantagioni e della canna da zucchero a Salima.

Le scuole restano aperte. Gli studenti stanno completando gli esami del primo semestre e avranno due settimane di vacanza dal 7 al 25 Maggio quando inizia il secondo termine. Il Ministero dell’Educazione è riuscito in qualche modo a pacificare i maestri che continuavano ad agitare lo spettro dello sciopero, che era costato mesi di assenza a scuola e che per ora rientrato.

È cominciata la vendita all’asta del tabacco e come ogni anno crea tante tensioni. Nei primi giorni si è giunti anche al 95% di tabacco rigettato e non acquistato e anche a prezzi troppo bassi. Il tabacco rimane ancora il primo prodotto dell’agricoltura del Malawi. Molto male è andata anche la produzione del cotone che potrebbe essere uno dei prodotti che possa sostituire il tabacco, in grande ribasso sul mercato estero.

La svalutazione, l’economia monetaria non va bene, perché l’importazione scavalca in modo eccessivo l’esportazione. Ormai da anni il sogno di diventare un paese con un bilancio positivo e di esportazione non riesce a materializzarsi.

In Malawi è stata uccisa la Pena di Morte

death sentence

In un anno il sistema giudiziario del Malawi ha compiuto un enorme passo in avanti.
Nel 2020 è riuscito a cancellare le elezioni presidenziali del 2019 che hanno poi portato ad una nuova amministrazione del Tonse Alliance. Un esempio che ha fatto storia in Africa soprattutto perché il tutto è avvenuto in modo pacifico.
Un nuovo grande passo in avanti è avvenuto mercoledì 28 Aprile 2021.
Nove giudici della Suprema Corte d’Appello hanno dichiarato la pena di morte come ANTICOSTITUZIONALE.
Un cammino lunghissimo fatto di tanti piccoli passi, iniziati all’indomani del ritorno della democrazia nel paese nel 1994. A seguito della lettera pastorale di vescovi del 1992, la dittatura era stata sconfitta e tra i tanti cambiamenti portati dalla democrazia nessuno dei cinque presidenti che si erano succeduti avevano firmato l’esecuzione di un condannato alla pena capitale. Normalmente quando il numero dei condannati cresceva la richiesta di trasformare la pena di morte in carcere a vita veniva presentata al presidente e così per quasi 30 anni le condanne si trasformavano in carcere a vita.
Tante organizzazioni – grandi e piccole – i messaggi di Amnesty International, prese di posizione da comunità come la Sant’Egidio che era riuscita a introdurre cambiamenti nell’interpretazione della Costituzione aveva portato già a un grande cambiamento – la condanna a morte non era più un obbligo e andava valutato ogni singolo caso. Il Prison Inspectorate ci permetteva di visitare tutte le prigioni e stilare un rapporto per il Parlamento raccontando l’insostenibilità del sistema carcerario.
Nel nostro piccolo l’apertura della CASA A METÀ STRADA con il Prison Fellowship International, ora è diventata una prigione di stato e quindi un modello per la struttura carceraria del Malawi e vuole promuove la trasformazione della persona in sostituzione al carcere punitivo.
Tutte queste iniziative – tante che si appoggiavano alla presa di posizione di Papa Francesco e del Catechismo della Chiesa Cattolica, oggi hanno raggiunto un grandissimo risultato.
Dopo quasi 30 anni senza un’esecuzione capitale, oggi la pena di morte è cancellata dalla costituzione.
Tanti contributi, tanti rigagnoli oggi hanno fatto esplodere la diga che ancora negava la scelta del rispetto della vita. E proprio nel nome del DIRITTO ALLA VITA oggi cambia il sistema giudiziario del Malawi: per ora la punizione più alta rimane il carcere a vita e non più la condanna a morte.
Il sistema giudiziario quest’anno rende onore alla gente pacifica del Malawi e al suo spirito di riconciliazione che rimane alla base della struttura che alla corte dei capi villaggio dove è la ricucitura provocata dall’offesa ad avere la priorità.

Il TAMTAM fa eco al coro delle chiese, delle organizzazioni non governative, dei messaggi di Papa Francesco e di tanti leader religiosi per questa scelta esemplare. La rivista The Lamp 30 anni fa aveva promosso un grande dialogo sulla necessità dell’abolizione della pena di morte. Chi rispondeva riceveva una videocassetta con il film Dead Man Walking copiato senza far caso all’accusa di pirateria. Allora si erano fatte anche copie del giudizio della corte del Sud Africa di Mandela e dei suoi 27 anni di carcere, che aveva cancellato la pena di morte, ed erano state consegnate a tutti i giudici.
C’è voluto molto tempo e molta attesa. Ma l’aver creato un nuovo ambiente di riflessione, un richiamo ai diritti umani, al diritto alla vita e alla dignità della persona umana, in particolare, oggi è riuscito a cambiare
Era importantissimo che il cambiamento avvenisse dall’interno del Malawi, dalle sue istituzioni e dalla sua gente. In passato si guardava all’esempio del Sud Africa, di Mandela dove i suoi 27 anni di prigionia, avevano portato all’abolizione nel nome della disumanità della pena di morte.
Il Malawi ha scelto la difesa del diritto alla vita e alla sua sanità come la chiave di volta per il cambiamento. Un diritto che la gente ha imparato a riconoscere anche se la vita rimane molto fragile.


Le corti giudiziarie da ora in poi nei loro giudizi specificheranno gli anni della condanna, ma non più ci sarà la condanna alla pena di morte. Purtroppo la pensa di morte resta ancora nelle leggi di 30 paesi Africani, anche se solo la metà di essi la eseguono.
Il cammino rimane lungo e gli uffici del Legal Aid, dell’’Attorney General, della Public Prosecution dovranno riaggiustare quanto rimane di anticostituzionale nel sistema giudiziario. Il primo passo dovrà essere fatto dal Parlamento che dovrà trasformare in legge quanto i nove giudici hanno deliberato.


Anti Corruption Bureau (Ufficio Anti Corruzione)

Ombudsman-Martha Chizuma-Pic-by-Roy-Nkosi

Un altra scelta importante è stata quella di mettere a capo dell’ANTI CORROPTION BUREAU la signora Martha Chizuma, che finora ricopriva la carica di Ombudsman. 

La lotta ala corruzione è infatti la battaglia più importante dell’amministrazione del Malawi dove purtroppo anche gli aiuti per la lotta al Covid-19 sono stati quasi interamente rubati dalla stessa amministrazione dello stato.

La sua storia la racconteremo ancora, anche perché Martha deve ancora essere confermata nella posizione dal Public Appointments Committee. è la prima donna ad essere chiamata a questa posizione e le aspettative della gente sono alte perché tutti vogliono vedere un vero cambio e la totale eradicazione della corruzione. Tutti la definiscono un buldozer. E anche questa è una scelta nella direzione giusta.


La distanza sociale in Malawi.

Negli scorsi giorni non lontano dal nostro villaggio, nella parrocchia di Kankao, è venuto a mancare un famoso capo villaggio della tribù degli Angoni, originaria del Sud Africa e parte del clan Zulu, che vuol dire Cielo.
La sua gente si è radunata per il rito di sepoltura, all’ombra del grande albero.
Gli Impi, i consiglieri del capo villaggio erano presenti con i loro vestiti tradizionali fatti di pelli di gattopardo.
I capi villaggio più importanti per l’ultima volta entrano nella casa del defunto per vedere il suo volto.
Il pianto delle donne prima del viaggio al cimitero.
In passato i capi villaggio più importanti venivano sepolti seduti sul trono dove giudicavano e guidavano il villaggio. Ora anche questa tradizione è cambiata.

I capi villaggio più importanti per l’ultima volta entrano nella casa del defunto per vedere il suo volto.

Immagini di oggi, nell’anno della pandemia. La distanza sociale non è mai esistita in Africa.

Con un grande augurio per questo mese che vedrà la conclusione del Ramadan il 13 Maggio e il ritorno a scuola per tutti gli studenti. Questo lo auguriamo a tutti, a tutte le regioni e ai loro colori che cambiano sempre, nella speranza che anche per voi ci sia la fine del lockdown per tornare a vivere ancora.

ZIKOMO!

Bambo (padre) Piergiorgio e tutti i Missionari Monfortani del Malawi


 

 

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