11 dicembre 2010, l’ulitmo mattone

L’Ultimo Mattone nel dialogo tra Stato e Chiesa in Malawi

L’ultimo mattone racconta del muro che il governo ha costruito nel dialogo tra Stato e Chiesa in Malawi.
Il presidente della republica del Malawi His Excellency Ngwazi Professor Bingu wa Mutharika, ha impiegato quaranta giorni a rispondere a quello che era stato un messaggio che la Chiesa aveva rivolto ai suoi fedeli all’inizio dell’Avvento intitolata “Leggere e interpretare i segni dei tempi: Temi socio=politici ed economici presenti in  Malawi” 31 Ottobre 2010. Al termine c’e’ la squalifica totale, l’accusa di essere di parte e anche l’accusa di aver oltrepassati i limiti concessi e la mancanza di rispetto. Alle domande piu’ difficil ha risposto, il presidente sono io e non rispondo a nessuno. Passata e’ la festa del matrimonio del secolo quando i Vescovi avevano benedetto le nozze del presidente cattolico. Persa e’ anche l’opportunita’ di ridare una sembianza di democrazia a quella che e’ una dinastia che si vuole sovraimporre alla democrazia che stava crescendo nel paese.

La lettera dei Vescovi viene rimandata al mittente.

Era difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Il primo segnale chiaro era stato il boicottaggio da parte del presidente e del governo della festa di consacrazione del nuovo vescovo della diocesi appena stabilita a Karonga a nord del Malawi. Dopo aver chiesto che venisse cambiata la data della celebrazione per poter essere presente, il Presidente non aveva inviato nessuno a rappresentarlo e aveva proibito anche il servizio normale di sicurezza offerto dalla polizia.  Era il 20 Novembre ed era chiaro che iniziava un nuovo corso nelle relazioni Chiesa e Stato in Malawi.
Oggi la risposta e’ arrivata. Sono quindici pagine di testo, quasi il doppio di quanto avevano scritto i vescovi, la cui intenzione era strettamente pastorale e uno sforzo per aiutare la crescita della comunita’ cristiana che si facesse attenta a tutta la realta’ sociale che il paese vive. L’Avvento era stato il momento proizio avevano detto i Vescovi e per questo avevano anche preparato un sussidio che nelle quattro domeniche diventasse una guida alla riflessione e all’impegno.
A questo tentativo di riportare il bene comune al centro del dialogo di tutta la comunita’ etoglierlo dai meandri di corridoio del potere dove ultimamente si era arenato con scelte arbitrarie molto discutibili come il cambio della bandiera, la legge che permette alla polizia di invadere una casa senza il permesso di perquisizione del magistrato, il disegno di legge sulle pensioni che ha creato un movimento di reazione di massa sfociato in tante manifestazioni e piu’ recente la dissoluzione della commissione elettorale accusata di aver sperperato i soldi per le prossime elezioni amministrative. Prima ancora che venisse fatta un’inchiesta la polizia era intervenuta a chiudere gli uffici “con uno stile da rambo” -hanno criticato i giornali i quali hanno anche detto chiaro che il governo teme le prossime elezioni amministrative, le prime in 15 anni, del 20  Aprile 2011.

Nella risposta del governo non c’e’ un solo punto positivo su cui fare leva per un futuro dialogo. Inizia con la messa in discussione dei motivi che hanno portato i vescovi a parlare delle gioie e sofferenze della popolazione del Malawi. La lettera oltre alla domanda offre anche la risposta: incapacita’ di vedere quanto il governo ha fatto in questi anni, farsi voce di quanto l’opposizione va dicendo e anche seguire consigli sbagliati o cattivi consiglieri.
I vescovi avevano iniziato dando atto di tanti risultati positivi ottenuti: anche su questo punto che voleva essere positivo, il governo ha avuto da ridire che sono state troppe le cose tralasciate.
Cosi’ e’ stato per gli otto punti di discussioni che i vescovi avevano proposto.
2.1 Mancanza di consultazione nelle scelte a carattere nazionale
2.2 La democrazia all’interno dei partiti
2.3 I mezzi di comunicazione e la liberta’ di espressione
2.4 Politicizzazione del programma di sicurezza alimentare
2.5 L’implementaione del programma contro la corruzione
2.6 Problemi a riguardo della terra
2.7 Le elezioni per l’amministrazione locale
2.8 L’Ufficio del Vice Presidente

Una risposta sparata a tappeto. Accusare la presidenza di mancanza di democrazia e’ andare oltre il rispetto dovuto al presidente. Il consiglio che viene dato e’ quello di riesaminare il contenuto dello scritto e praticamente rimandano al mittente lo scritto dicendo che hanno sbagliato indirizzo. Una situazione a cui la storia della chiesa ha molti esempi. Meno ne ha la storia del Malawi che si trova per la prima volta ad avere un presidente cattolico che misconosce la guida morale della sua chiesa che si e’ voluta fare voce di chi non ha voce.
Questo fatto evidenzia ulteriormente la strada scelta che porta di fatto ad una dittatura gia’ in atto.
Ne e’ prova evidente il fatto che poche ore dopo il messaggio di risposta ai vescovi la presidnza del partito di governo espelleva dai suoi ranghi  la vicepresidente Hon Joyce Banda e il vice presidente dl partito Khumbo Kachali, uno dei pochissimi presenti all’ordinazione del vescovo di Karonga.
Il motivo di questa espulsione? Non appoggiare la candidatura alle elezioni dl 2014 del fratello del presidente, Hon Peter Mutharika attualmente ministro dell’educazione. Ormai il Presidente ha attorno a se solo chi appoggia le sue scelte. Non c’e’ spazio ne all’interno del partito o del governo, ne presso la societa’ civile di un qualsiasi dissenso. Ancora una volta e’ evidente che il potere corrompe.
Era rimasta una speranza che il ritardo nel rispondere alla lettera dei Vescovi avesse creato uno spazio di dialogo. In realta’ non c’e’ stato nemmeno il tentativo di dialogare e ora il muro di divisione e’ stato portato a termine.
Si sperava in un Natale che parlasse di riconciliazione. Oggi e’ difficile intravederne anche un segnale minimo.

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