Malawi 2011: l’anno peggiore mai visto?

Ripreso da Global Voices Online

da LA STAMPA.IT BLOG

TRADOTTOTRADOTTO DA ELENA INTRA

All’inizio del 2011 tutti speravano che in Malawi le cose sarebbero migliorate per quanto riguarda la fornitura di carburante, le questioni economiche e le sfide politiche. Non a caso, molti cittadini hanno scelto il chigubu (una tanica di carburante) come l’immagine-simbolo del 2011.

A inizio anno, la maggior parte degli abitanti del Malawi non si aspettava che le code per rifornirsi di carburante sarebbero diventate sempre più lunghe. Un riflesso dei gravi problemi economici che il Paese deve affrontare ogni giorno. E nella sfera politica, la tensione è andata aumentando nel corso dell’anno per via della campagna per le elezioni presidenziali del 2014, che ha già causato una frattura tra il presidente e il suo vice.

Polizia contro libertà accademica. Fonte: Facebook

L’introduzione di diverse leggi inique, come l’Injunctions Bill, che impedisce ai cittadini di ottenere la sospensione temporanea dei processi contro il governo, ha scatenato parecchio malcontento. Nonostante le continue intimidazioni delle autorità, la maggior parte dei giornalisti professionisti sono diventati ancora più risoluti nella diffusione delle notizie, mentre altri hanno invece deciso semplicemente di ritirarsi o auto-censurarsi. Le relazioni diplomatiche del Malawi con i suoi principali donatori, tra cui la Gran Bretagna, hanno toccato il fondo dopo l’espulsione dell’ambasciatore britannico dal Paese.

La battaglia per la libertà d’insegnamento si è fatta più intensa e gli intellettuali alla fine hanno vinto, facendo ingoiare un rospo amaro al Primo Ministro. La situazione dei diritti umani è peggiorata, con la morte di 21 persone durante le proteste anti-governo di luglio. Un evento senza precedenti nel Malawi democratico, che ha causato il numero più alto persone uccise dalle forze di sicurezza.

Per fortuna il 2011 è finito

Vincent Kumwenda scrive sul suo blog:

Nel corso dell’anno sono state prese pessime decisioni, come l’espulsione dell’ambasciatore britannico e le terribili leggi che sono state approvate dai nostri onorevoli membri del parlamento. Sarebbe stato meglio non fare queste scelte, evitando così diversi problemi socio-economici.

Sul blog Zachimalawi, il giornalista Richard Chirombo pubblica un’immagine del Presidente Mutharika, seguita da una preghiera:

Mentre ci prepariamo ad entrare nel nuovo anno, la nostra preghiera dovrebbe essere: ‘Dio, dato che benedici le altre nazioni, non dimenticarti di noi. Non dimenticare il Malawi”. Firmato: Il presidente del Malawi, Ngwazi Bingu wa Mutharika.

La crisi del carburante

Boniface Dulani consiglia al governo di trovare il modo di risolvere la lunga crisi del settore. In un post intitolato ‘zones zimatha nkukambirana’ (Discutere i problemi può risolvere la crisi), suggerisce di affrontare prima di tutto i problemi di fondo che hanno portato ai rapporti attuali con i Paesi donatori:

Presentarsi alla Banca Mondiale e al FMI con la commovente storia che il Malawi sta soffrendo, senza prima affrontare i problemi che hanno portato alla sospensione dell’Extended Credit Facility, è solo un pio desiderio. Il semplice fatto di incontrare i donatori e chiedere loro di riprendere a inviare aiuti, quando noi non abbiamo fatto alcun passo nel cercare di risolvere le questioni che hanno portato alla loro sospensione, mette in luce una miopia di prim’ordine. Cerchiamo di agire e affrontare le sfide e i problemi che ci hanno portato alla situazione attuale. Solo allora potremmo avere qualcosa da discutere. Fino a quel momento, signor Gondwe e simili, confermerete la vostra natura di impostori.

Verso la fine dell’anno, Ndagha rivela sorpresa per la facilità con cui riesce a fare il pieno di benzina. Lo prende come un regalo di Natale:

Oggi mentre tornavo dalla messa, ho visto un distributore di benzina della mia zona residenziale con poca coda. Non potevo credere che ci fosse benzina e che la fila fosse così corta. Ho portato velocemente la famiglia a casa, per poi precipitarmi alla stazione di servizio. Mentre attendevo con ansia in fila, mi chiedevo quanto mi avrebbero permesso di acquistare. Arrivato il mio turno, ho detto al benzinaio di riempire il serbatoio. Avevo appena deciso di prendere in prestito dei soldi nel caso avessi fatto il pieno, che con mia grande sorpresa il benzinaio ha accettato e riempito. Ho pagato e me ne sono andato. In più di quattro mesi questa è stata la sosta al benzinaio più breve che mi sia capitata. Naturalmente, la più breve ma pur sempre costosa.

Libertà d’insegnamento

Come riportato in precedenza, la lotta per la libertà accademica ha rappresentato uno dei principali punti deboli dell’amministrazione Mutharika nel 2011. Mentre la maggioranza non era contenta del suo comportamento durante la crisi, l’uomo ha comunque avuto il sostegno da parte di vari cittadini, tra cui il direttore generale del Malawi Broadcasting Corporation Bright Malopa, la cui posizione non è stata una sorpresa.

Malopa, volendo giocare al bravo ragazzo di fronte alle autorità che lo hanno nominato, nell’articolo intitolato ‘Deluso dal comportamento della Chanco (l’Unione dei professori dell’università)’ minimizza la lotta per la libertà accademica:

Sembra evidente qui quanto l’attuale regime sia tollerante e non ponga alcuna minaccia alla libertà d’insegnamento e alla democrazia in generale. L’essenza del regime attuale sembra che sia sempre stata una fiducia nella natura umana in quanto distinta dall’ideologia astratta. E l’essenza della natura umana è l’adattabilità, la flessibilità, l’ingegno. Non ho motivo di dubitare che le politiche amministrative degli ultimi sette anni sono state progettate per fornire sempre più spazio a queste virtù. Ora il popolo ha tutta la libertà che voleva. L’unico problema però è che non sanno cosa farci.

Altri netizen esprimono però i propri punti di vista, la maggior parte dei quali decisamente opposta al parere di Malopa.

Diritti Umani

A partire da febbraio, la società civile ha organizzato manifestazioni contro i sempre più crescenti problemi economici e sociali del Paese. Le proteste sono state bandite, mentre alcuni dei leader sono stati messi a tacere. Nel corso dell’anno, i cittadini hanno deciso doi potersene più stare in silenzio. Probabilmente ispirati dalle proteste nel resto del mondo, hanno fissato come data ufficiale il 20 luglio. Anche se il governo ha cercato di fermarli, la giustizia era a favore del popolo. Le forze di sicurezza hanno gestito male la situazione, causando la morte di circa 21 persone e oltre 300 feriti durante le manifestazioni a Blantyre, Lilongwe, Mzuzu, Zomba e Karonga.

Il giornalista Kondwani Munthali offre la cronaca degli eventi avvenuti nella capitale, Lilongwe, quel giorno. In un post dal titolo ‘Violenza in Malawi: 20 luglio, quello che ho visto’, Munthali Munthali riporta gli avvenimenti in tempo reale:

‘Resistenza pacifica contro la crisi economica e il cattivo governo. Foto ripresa da ‘DEMO YA TIYENI TONSE PA 20 JULY’ su Facebook.

10.14 Arriviamo alla stazione Zodiak ed è deserta, con Emmanuel Chibwana cominciamo ad avviarci verso Lumbadzi dove gli scontri sono intensi. A 1 km dalla destinazione, ci viene consigliato di non procedere. Abbandoniamo il veicolo e raggiungiamo a piedi la zona degli scontri. Un corpo giace in strada, il supermarket PTC e altri negozi sono in fiamme.
Alcuni testimoni dicono che l’uomo era un costruttore andato solo a guardare le proteste.
La polizia ci impedisce di scattare foto.
11.30 Riceviamo una chiamata da un addetto alla circolazione, riferisce che hanno sparato ad un altro uomo a Chilinde. Scopro che l’uomo si trovava con il mio amico d’infanzia Suzgo Kwelepeta e stavano parlando di affari, quando un poliziotto gli ha sparato in bocca. E’ morto sul colpo.
12.00 Torniamo verso l’Area 25, dove incontriamo un veicolo della Croce Rossa che traporta un uomo semi cosciente, anch’egli colpito da un colpo sparato dalla polizia. Tutti ci raccontano storie di gas lacrimogeni lanciati contro le abitazioni.

Molti temevano questa giornata di prteste, che da allora ha rappresentato una data negativa per il regime di Mutharika. Ai canali televisivi è stato ordinato di smettere di riportare gli eventi dal vivo. C’era parecchia tensione in giro. È forse possibile garantire libertà di espressione e diritto all’informazione in questo modo? Dopo quanto accaduto, alcuni giornalisti hanno deciso di tenere un basso profilo, per timore di rappresaglie e per via delle minacce ricevute da parte dei simpatizzanti del governo. Ora rimane da scoprire se questa tendenza continuerà anche nel 2012.

Leggi inique

Per motivi forse noti solo al governo in carica e ai suoi legislatori, nel corso del 2011 sono state emanate diverse nuove leggi. Questo ha spinto il Comitato degli Affari Pubblici a descrivere il 2011 come l’anno peggiore dal punto di vista governativo. Fortunatamente, il governo sta rivedendo queste pessime normative. Il budget da “Zero Deficit” introdotto lo scorso anno è stato fortemente dibattuto e infine approvato. Questa è stata forse la prima volta che la maggior parte dei cittadini ha sentito parlare dello “Zero Deficit”.

Infine, con l’arrivo del 2012, è ancora in dubbio se i problemi sul carburante, l’economica, i diritti umani, la politica e l’energia verranno superati. Di certo la maggior parte della popolazione spera che questa sia solo una fase di passaggio per un Malawi migliore con l’andare dell’anno.
———————-
Post originale: 2011: The Worst Year in Malawi’s History?, di Victor Kaonga. Ripreso da Global Voices Online: community che aggrega, organizza e amplifica la conversazione globale online – mettendo in luce luoghi e persone spesso ignorati dagli altri media. DA ELENA INTRA
All’inizio del 2011 tutti speravhttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/vociglobali/grubrica.asp?ID_blog=286&ID_articolo=469ano che in Malawi le cose sarebbero migliorate per quanto riguarda la fornitura di carburante, le questioni economiche e le sfide politiche. Non a caso, molti cittadini hanno scelto il chigubu (una tanica di carburante) come l’immagine-simbolo del 2011.

A inizio anno, la maggior parte degli abitanti del Malawi non si aspettava che le code per rifornirsi di carburante sarebbero diventate sempre più lunghe. Un riflesso dei gravi problemi economici che il Paese deve affrontare ogni giorno. E nella sfera politica, la tensione è andata aumentando nel corso dell’anno per via della campagna per le elezioni presidenziali del 2014, che ha già causato una frattura tra il presidente e il suo vice.

Polizia contro libertà accademica. Fonte: FacebookL’introduzione di diverse leggi inique, come l’Injunctions Bill, che impedisce ai cittadini di ottenere la sospensione temporanea dei processi contro il governo, ha scatenato parecchio malcontento. Nonostante le continue intimidazioni delle autorità, la maggior parte dei giornalisti professionisti sono diventati ancora più risoluti nella diffusione delle notizie, mentre altri hanno invece deciso semplicemente di ritirarsi o auto-censurarsi. Le relazioni diplomatiche del Malawi con i suoi principali donatori, tra cui la Gran Bretagna, hanno toccato il fondo dopo l’espulsione dell’ambasciatore britannico dal Paese.

La battaglia per la libertà d’insegnamento si è fatta più intensa e gli intellettuali alla fine hanno vinto, facendo ingoiare un rospo amaro al Primo Ministro. La situazione dei diritti umani è peggiorata, con la morte di 21 persone durante le proteste anti-governo di luglio. Un evento senza precedenti nel Malawi democratico, che ha causato il numero più alto persone uccise dalle forze di sicurezza.

Per fortuna il 2011 è finito

Vincent Kumwenda scrive sul suo blog:

Nel corso dell’anno sono state prese pessime decisioni, come l’espulsione dell’ambasciatore britannico e le terribili leggi che sono state approvate dai nostri onorevoli membri del parlamento. Sarebbe stato meglio non fare queste scelte, evitando così diversi problemi socio-economici.

Sul blog Zachimalawi, il giornalista Richard Chirombo pubblica un’immagine del Presidente Mutharika, seguita da una preghiera:

Mentre ci prepariamo ad entrare nel nuovo anno, la nostra preghiera dovrebbe essere: ‘Dio, dato che benedici le altre nazioni, non dimenticarti di noi. Non dimenticare il Malawi”. Firmato: Il presidente del Malawi, Ngwazi Bingu wa Mutharika.

La crisi del carburante

Boniface Dulani consiglia al governo di trovare il modo di risolvere la lunga crisi del settore. In un post intitolato ‘zones zimatha nkukambirana’ (Discutere i problemi può risolvere la crisi), suggerisce di affrontare prima di tutto i problemi di fondo che hanno portato ai rapporti attuali con i Paesi donatori:

Presentarsi alla Banca Mondiale e al FMI con la commovente storia che il Malawi sta soffrendo, senza prima affrontare i problemi che hanno portato alla sospensione dell’Extended Credit Facility, è solo un pio desiderio. Il semplice fatto di incontrare i donatori e chiedere loro di riprendere a inviare aiuti, quando noi non abbiamo fatto alcun passo nel cercare di risolvere le questioni che hanno portato alla loro sospensione, mette in luce una miopia di prim’ordine. Cerchiamo di agire e affrontare le sfide e i problemi che ci hanno portato alla situazione attuale. Solo allora potremmo avere qualcosa da discutere. Fino a quel momento, signor Gondwe e simili, confermerete la vostra natura di impostori.

Verso la fine dell’anno, Ndagha rivela sorpresa per la facilità con cui riesce a fare il pieno di benzina. Lo prende come un regalo di Natale:

Oggi mentre tornavo dalla messa, ho visto un distributore di benzina della mia zona residenziale con poca coda. Non potevo credere che ci fosse benzina e che la fila fosse così corta. Ho portato velocemente la famiglia a casa, per poi precipitarmi alla stazione di servizio. Mentre attendevo con ansia in fila, mi chiedevo quanto mi avrebbero permesso di acquistare. Arrivato il mio turno, ho detto al benzinaio di riempire il serbatoio. Avevo appena deciso di prendere in prestito dei soldi nel caso avessi fatto il pieno, che con mia grande sorpresa il benzinaio ha accettato e riempito. Ho pagato e me ne sono andato. In più di quattro mesi questa è stata la sosta al benzinaio più breve che mi sia capitata. Naturalmente, la più breve ma pur sempre costosa.

Libertà d’insegnamento

Come riportato in precedenza, la lotta per la libertà accademica ha rappresentato uno dei principali punti deboli dell’amministrazione Mutharika nel 2011. Mentre la maggioranza non era contenta del suo comportamento durante la crisi, l’uomo ha comunque avuto il sostegno da parte di vari cittadini, tra cui il direttore generale del Malawi Broadcasting Corporation Bright Malopa, la cui posizione non è stata una sorpresa.

Malopa, volendo giocare al bravo ragazzo di fronte alle autorità che lo hanno nominato, nell’articolo intitolato ‘Deluso dal comportamento della Chanco (l’Unione dei professori dell’università)’ minimizza la lotta per la libertà accademica:

Sembra evidente qui quanto l’attuale regime sia tollerante e non ponga alcuna minaccia alla libertà d’insegnamento e alla democrazia in generale. L’essenza del regime attuale sembra che sia sempre stata una fiducia nella natura umana in quanto distinta dall’ideologia astratta. E l’essenza della natura umana è l’adattabilità, la flessibilità, l’ingegno. Non ho motivo di dubitare che le politiche amministrative degli ultimi sette anni sono state progettate per fornire sempre più spazio a queste virtù. Ora il popolo ha tutta la libertà che voleva. L’unico problema però è che non sanno cosa farci.

Altri netizen esprimono però i propri punti di vista, la maggior parte dei quali decisamente opposta al parere di Malopa.

Diritti Umani

A partire da febbraio, la società civile ha organizzato manifestazioni contro i sempre più crescenti problemi economici e sociali del Paese. Le proteste sono state bandite, mentre alcuni dei leader sono stati messi a tacere. Nel corso dell’anno, i cittadini hanno deciso doi potersene più stare in silenzio. Probabilmente ispirati dalle proteste nel resto del mondo, hanno fissato come data ufficiale il 20 luglio. Anche se il governo ha cercato di fermarli, la giustizia era a favore del popolo. Le forze di sicurezza hanno gestito male la situazione, causando la morte di circa 21 persone e oltre 300 feriti durante le manifestazioni a Blantyre, Lilongwe, Mzuzu, Zomba e Karonga.

Il giornalista Kondwani Munthali offre la cronaca degli eventi avvenuti nella capitale, Lilongwe, quel giorno. In un post dal titolo ‘Violenza in Malawi: 20 luglio, quello che ho visto’, Munthali Munthali riporta gli avvenimenti in tempo reale:

‘Resistenza pacifica contro la crisi economica e il cattivo governo.

Foto ripresa da ‘DEMO YA TIYENI TONSE PA 20 JULY’ su Facebook.

10.14 Arriviamo alla stazione Zodiak ed è deserta, con Emmanuel Chibwana cominciamo ad avviarci verso Lumbadzi dove gli scontri sono intensi. A 1 km dalla destinazione, ci viene consigliato di non procedere. Abbandoniamo il veicolo e raggiungiamo a piedi la zona degli scontri. Un corpo giace in strada, il supermarket PTC e altri negozi sono in fiamme.
Alcuni testimoni dicono che l’uomo era un costruttore andato solo a guardare le proteste.
La polizia ci impedisce di scattare foto.
11.30 Riceviamo una chiamata da un addetto alla circolazione, riferisce che hanno sparato ad un altro uomo a Chilinde. Scopro che l’uomo si trovava con il mio amico d’infanzia Suzgo Kwelepeta e stavano parlando di affari, quando un poliziotto gli ha sparato in bocca. E’ morto sul colpo.
12.00 Torniamo verso l’Area 25, dove incontriamo un veicolo della Croce Rossa che traporta un uomo semi cosciente, anch’egli colpito da un colpo sparato dalla polizia. Tutti ci raccontano storie di gas lacrimogeni lanciati contro le abitazioni.

Molti temevano questa giornata di prteste, che da allora ha rappresentato una data negativa per il regime di Mutharika. Ai canali televisivi è stato ordinato di smettere di riportare gli eventi dal vivo. C’era parecchia tensione in giro. È forse possibile garantire libertà di espressione e diritto all’informazione in questo modo? Dopo quanto accaduto, alcuni giornalisti hanno deciso di tenere un basso profilo, per timore di rappresaglie e per via delle minacce ricevute da parte dei simpatizzanti del governo. Ora rimane da scoprire se questa tendenza continuerà anche nel 2012.

Leggi inique

Per motivi forse noti solo al governo in carica e ai suoi legislatori, nel corso del 2011 sono state emanate diverse nuove leggi. Questo ha spinto il Comitato degli Affari Pubblici a descrivere il 2011 come l’anno peggiore dal punto di vista governativo. Fortunatamente, il governo sta rivedendo queste pessime normative. Il budget da “Zero Deficit” introdotto lo scorso anno è stato fortemente dibattuto e infine approvato. Questa è stata forse la prima volta che la maggior parte dei cittadini ha sentito parlare dello “Zero Deficit”.

Infine, con l’arrivo del 2012, è ancora in dubbio se i problemi sul carburante, l’economica, i diritti umani, la politica e l’energia verranno superati. Di certo la maggior parte della popolazione spera che questa sia solo una fase di passaggio per un Malawi migliore con l’andare dell’anno.
———————-
Post originale: 2011: The Worst Year in Malawi’s History?, di Victor Kaonga. Ripreso da Global Voices Online: community che aggrega, organizza e amplifica la conversazione globale online – mettendo in luce luoghi e persone spesso ignorati dagli altri media.al Voices Online

Translate »