Dear Bambo Bruno

Mangochi, 8 Settembre, Festa della Nascita di Maria

DEAR BAMBO BRUNO
1942 – Kubadwa
1968 – Unsembe
1972 – Ku Malawi
26 Luglio 2011 – Kupita Kumwamba
28 July 2011 – Kuikidwa m’manda

I giorni si sono trascinati uno dopo l’altro fino ad essere mesi. Qui poi non li contiamo singolarmente, ma a stagioni.
E la tua stagione sta solo cominciando.
Solo ora riusciamo a capirti meglio, la tua missione e i lunghi anni che ti hanno fatto missionario della chiesa d’Africa, del Malawi, di Mangochi e in particolare del suo lago dove avevi attraccato la tua barca.
Oggi ci siamo ritrovati tutti a ripassare la lezione che ci hai lasciato.

E’ stato bello sentire uno a uno i tuoi confratelli raccontare i tanti anni trascorsi assieme. Sei stato con noi missionario, hai fatto della preghiera uno stile di vita, sei stato superiore delle nostre comunita’, animatore di tante giornate di ritiro,  sempre capace di ricominciare daccapo.
Ci aveva sempre meravigliati del tuo modo di parlare della morte. Con Fratel Stefano avevi anche fatto una scommessa di chi sarebbe morto prima e di come saresti ritornato a trovarci. Pensavamo fosse uno scherzo da missionario. Oggi hai mantenuto la tua promessa perche’ sappiamo che sei proprio qui.


Il giorno che ci hai lasciato tutta la tua comunita’ si e’ ritrovata nella preghiera nella grande chiesa di San Luigi da Montfort a Balaka. Al centro c’era l’immagine piu’ bella che ci hai lasciato in testamento. E’ il tuo ultimo viaggio in Malawi.
Sentivamo che volevi tornare ancora. Era come un ritornello difficile da capire. Qui avevi trascorso tanta parte della tua vita. Che senso aveva aggiungere qualche giorno ancora? Cosa ti riportava sulla riva del tuo lago?
Ed e’ tutto in questo ultimo saluto. Davanti a casa, sempre invasa dai poveri che erano diventati la tua eredita’, con la serenita’ che da sempre era evidente nel sorriso e quella mano africana che ti si appoggiava sulla spalla, per dare e per chiedere… E’ questo forse il centuplo della missione?


Quel giorno le donne vestite di viola come nelle veglie per accompagnare chi ci precede, proprio davanti alla statua di San Luigi da Montfort, in quella chiesa che e’ quasi la nostra Sistina che padre Leidi ci ha lasciato erano loro la ricompensa che ti aveva riportato in Malawi a riprendere coraggio per i giorni a venire, perche’ non ti nascondevi piu’ che il tuo ultimo rosario l’avevi quasi recitato tutto.


A presiedere la preghiera c’era Thomas, tuo primo studente e ora vescovo della Diocesi di Zomba.
Allora avevamo ascoltato il tuo ultimo messaggio:
Kukhala mishonare ndiko kuyendayenda m’dziko lonse lapansi n’kwasimbira  anthu onse kuti Mulungu amatikonda, Mulungu sali kutali ndi ife ndipo akutenga mbali yathu nthawi zonse.”
In due righe alla fine avevi imparato a dire tutto.

Tu che sei stato per tutti il “professore“. Avevi sempre un libro nuovo da citare. Ci faceva rabbia a volte riconoscere che credevi troppo ai tuoi libri che sfogliavi a uno a uno. Dopo i primi anni della missione eri ripartito per un anno di scuola in  Kenya e cosi’ avevi reinventato la tua missione. Non saresti piu’ stato parroco. Era la scuola la tua missione.


Sul tappeto dove si adagia la bara, proprio davanti al cero della Pasqua, c’era la tua cattedra.
Quante ore, quanto entusiasmo ci mettevi su quella cattedra.


E c’erano tutti i tuoi libri che hai scritto per la tua comunita’. Libri, che non finivano mai di essere riscritti.
Per i giovani, per le famiglie, per i catecumeni … Ci manca ancora un catalogo, ma sono piu’ di trenta.

Missionario professore, hai insegnato in tutti i seminari e hai iniziato il seminario di Filosofia che oggi conta quasi cento seminaristi da tanti paesi dell’Africa del sud; Missionario scrittore solo alla fine sei riuscito a dire tutto in due righe che poi sono diventate le ultime parole che andavi ripetendo: Moyo ndi mphatso. Moyo ndi wokoma!


Libri che ora passano di mano in mano: e’ la tua eredita’ viva per l’Africa.


Oltre le parole, negli ultimi anni eri quasi preso da una frenesia di passare da un progetto all’altro.
Piccole iniziative o grandi avventure: avevi comperato la prima Gestetner per la stamperia di Balaka che doveva ancora nascere; avevi sognato il villaggio modello; l’ambulanza per l’ospedale e la scuola materna e fino all’ultimo giorno.
Erano poi venute tutte le tue suore: le avevi accompagnate nei ritiri e nelle tante iniziative


L’ultima Lezione

Ci sono rimaste alcune fotografie che ti abbiamo rubato dopo che eri ritornato a Redona. Davanti alla lunga fila di containers che stavano partendo per il tuo lago e dove ancora avevi qualche sogno da metterci dentro.

Sono l’ultima lezione del missionario professore e scrittore.
Immagini che non lo nascondiamo ci intimoriscono. Quelle mani che gridano il dolore nascosto.
Ci ricordano le sofferenze messe in piazza di Giovanni Paolo II.
Ci raccontano di una sfida.
Come per il salto in alto. Quando centimetro a centimetro si alza l’asta da scavalcare.


Tu l’hai portata troppo in alto.
Sono stati troppi i mesi e le giornate sul lettino della camera operatoria.
I missionari prima di te contavano i giorni, tu le stagioni. Per questo volevi tornare ancora.


Qui avevi tante comunita’ che ti accompagnavano con la preghiera continua.
Quanti Africani hanno sostenuto il tuo calvario giorno dopo giorno.
Quante mani si sono intrecciate con quelle dei tuoi cari che ti hanno avuto vicino e sono diventate le mani e il cuore della missione .


Grazie per la tua ultima lezione: vissuta con la dignita’ che la fede ti ha dato.

E il tuo ultimo viaggio alla tua Madonna del Frassino dove hai ripetuto ancora:
Nachi cholinga cha umishonare wanga: kugawana moyo wanga ndi abale ndi alongo onse, kugawana chimwemwe cha kudziwa kuti mwa Yesu Khristu ndife ana a Tate mmodzi.

La tua stagione continua ancora.
E’ una chiesa, sono i tanti volontari sostenitori dei tanti progetti, sono i tuoi studenti e lettori dei tuoi scritti, siamo noi i tuoi missionari del Malawi.

Ti aspettiamo come ci hai promesso!

Translate »