TAMTAM DELLA NOTTE DI SAN BIAGIO

Dal Malawi ci scrive padre Piergiorgio Gamba

4 Febbraio 2020

Nell’anno 26° dal ritorno della democrazia in Malawi, succeduti a 30 anni di dittatura, cinque giudici hanno avuto il coraggio di cancellare un’elezione che aveva visto 7 milioni di abitanti registrarsi con mesi di anticipo – per la mancanza ancora dell’anagrafe a rendere laboriosa anche una normale elezione politica o amministrativa. Oltre 5 milioni di abitanti si erano recati al voto il 21 Maggio 2019.
Poi erano giunti i risultati che dicevano che l’antico presidente aveva vinto le elezioni. 

Il 3 Febbraio 2020 sono state cancellate le elezioni presidenziali del Malawi del 21 Maggio 2019 
e giudicate “invalid, null and void”. 

 Un risultato non scontato che nella notte del 3 Febbraio ha raggiunto tutto il paese.
Dalla mattina alle nove era cominciata la lettura delle 500 pagine del giudizio della corte. Il testo in inglese veniva tradotto, frase dopo frase in chichewa, la seconda lingua ufficiale del Malawi. Ogni riga puntigliosamente come sanno fare i giudici ha ripercorso i nove mesi trascorsi dalle elezioni: dallo spoglio dei voti alla comunicazione dei risultati e l’immediata celebrazione allo stadio con la proclamazione del vincitore, lo stesso presidente Peter Mutharika. 

E mentre tutto sembrava rientrato nella normalità dei giorni che seguono le elezioni, adagio adagio sono emersi dati contraddittori a proposito dei risultati. Non sono stati solo i candidati che avevano perso, ma un coinvolgimento della voce della società civile. Sono state le manifestazioni, ormai conosciute in tutto il Malawi come “DEMO“, per demostrations, a risvegliare un paese abituato ad accettare tutto quanto scendeva dall’alto.

La corte costituzionale oggi ha cancellato le  elezioni a causa di “irregularities and anomalies so widespread, systematic and grave that the integrity of the results have been seriously compromised”.

Il presidente attuale risulta così non validamente eletto.
Aveva vinto con il 38% dei voti contro il 35% di Lazarus Chakwera e il 20% di Saulos Chilima; mentre i rimanenti 4 candidati avevano complessivamente ricevuto il 6% dei voti.

La comunicazione del giudizio della corte non è terminata.
Alla fine della prima giornata è  stato presentato il riassunto finale del contenuto del lunghissimo rapporto della corte il cui testo finale verrà consegnato Martedì 4 Febbraio alle ore 4 del pomeriggio. 

La situazione che nella serata era generalmente tranquilla in attesa che sorga l’alba e vengano comunicate le reazione dei capi di partito e dei sostenitori delle tante manifestazioni  (sarebbero le prime sardine africane a cui va il merito di non essersi mai arrese nonostante le intimidazioni da parte del governo).

In serata la TV e radio di stato hanno preferito mostrare gli elefanti dei parchi e tutto quello che evitasse di nominare i giudizio della Corte.

Il cammino dei giorni a venire sarà lungo. Andrebbe cambiata la legge elettorale che ancora dopo anni di discussione non viene accettata dal governo di turno preferendo al 50+1 la semplice maggioranza. 

Bisognerà nominare una nuova Commissione Elettorale, visto il fallimento della giudice Jane Ansah (she must honourably resign – chiede la gente delle dimostrazioni… altrimenti ricominciamo le nostre DEMO.)

Bisognerà rivedere la composizione dei candidati alla presidenza. In particolare l’attuale vice-presidente che dovrà tornarsene a casa lasciando il posto che era di Claus Chilima, scacciato in malo modo, togliendogli la scorta e la sede della vice presidenza… Quale collaborazione ci potrà essere tra le due cariche più alte del paese dopo i lunghi scontri della campagna elettorale e i nove mesi che sono trascorsi dopo l’elezione ora invalidata?

Continuerà l’esercito del Malawi a farsi garante della Costituzione come in passato, a differenza della polizia che si è sempre venduta al partito di governo arrivando anche a uccidere 20 cittadini colpevoli di dimostrare contro il governo nel 2011?

 Tutte queste domande devono però fare i conti con il partito della presidenza che può fare ricorso in appello anche del giudizio della Corte Costituzionale trascinando il paese in mesi di corsi e ricorsi giudiziari sprecando anni che il Malawi non ha a disposizione visto in particolare lo stato della nazione che già conta due milioni di gente letteralmente senza più cibo. 

Punto a capo
Tutto ritorna come alla vigilia delle elezioni.
Il presidente Peter Mutharika ricopre ancora la sua carica presidenziale – che era scaduta al punto che doveva rifugiarsi nel palazzo della presidenza e faticava a condurre anche comizi tra la gente della sua tribù Alomwe.

Il Vice Presidente, Saulos Chilima che era stato allontanato malamente dal presidente e aveva iniziato un suo movimento politico UTM, che alle elezioni era arrivato terzo, ritorna ad essere per i prossimi 150 giorni, vice-presidente del Malawi.

150 giorni – da oggi fino alle prossime elezioni 
Il giudizio della Corte Costituzionale fa onore al Malawi e alla sua gente, alla sua pazienza e volontà di scelte pacifiche. Le strade della pace sono lunghe.

Mercoledì 5 Febbraio 
Il senato americano vota per la conclusione dell’impeachment di Ronald Trump, con la cancellazione o l’accusa del presidente. La coincidenza e la vicinanza di queste avventure giudiziarie fanno pensare a come un piccolo paese possa raggiungere un’indipendenza capace di fare scuola. Se solo i Repubblicani d’America avessero lo stesso coraggio.
Un carissimo saluto alla tribù del Malawi in questa notte di San Biagio e che al risveglio possa veramente diventare un’alba di fiducia nella democrazia.

 ZIKOMOOOO SAN BIAGIO – sognare è  bello.


Piccole storie

La Chikalata n. 52 – del Natale 2018 così raccontava le elezioni del Malawi 

Malawi 2019: L’anno delle elezioni politiche
Il 21 Maggio del prossimo anno, dopo 25 anni dal ritorno della democrazia in Malawi, è il turno di nuove elezioni. In un solo giorno si eleggono il presidente, i parlamentari e le amministrazioni comunali. Ci sono tanti partiti, altrettanti comizi e proposte di governo. Una cosa sola è importante che ci sia un cambio perché l’attuale governo è il massimo della corruzione di stato. Prima hanno rubato i trattori, poi i generatoti che avrebbero potuto dare un po’ di corrente al paese e ora anche il diesel per farli funzionare. La cosa peggiore è che non sanno nemmeno vergognarsi di defraudare la propria gente… Cambiare a tutti i costi. Il miglior candidato sembra essere Claus Chilima, che ha dato inizio lo United Transformation Movement. Per lui facciamo il tifo.  

La Chikalata n. 54 del Natale 2019 aggiornava in merito al dissenso crescente della gente. 

Malawi 2019: L’anno delle elezioni politiche
Sono trascorsi sette mesi dal 21 Maggio 2019 quando ci sono state le elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative. La Commissione elettorale ha presentato i risultati e ha proclamato presidente l’antico capo di stato,Peter Arthur Mutharika. Nessuno crede ai risultati pubblicati. 
Ci sono stati tanti brogli e, da allora, è stato un susseguirsi di manifestazioni di protesta; purtroppo sia i partiti politici dell’opposizione che la polizia hanno fatto uso di violenza che ha ucciso e violentato i più poveri. Il Malawi é famoso in Africa per la pazienza della sua gente che a volte giunge ad accettare dai suoi governanti delle vere persecuzioni. Questa volta però ancora non sappiamo come andrà a finire e chi sarà confermato come presidente per i prossimi cinque anni. 
La gente é stanca della povertà infinita che la politica non riesce ad arginare ed è bello vedere per una volta tanta partecipazione alle manifestazioni anche se mancano poi i risultati. Speriamo che, con le piogge, arrivi anche per il Malawi una stagione capace di sconfiggere la corruzione che è come uno tsunami che si porta via tutto quello che conta per un paese, prima di tutto la giustizia.


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